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E’ tornata la stagione dello Sguazzone (Jack 3 Mani)

23 giugno 2017

 

Cosa c’è in quei bicchieroni? C’è lo Spritz, che unito ai pezzettini di pizza e ai vassoi di pasta forma l’aperitivo, una pratica che nella mondana formula medio borghese si traduce  in un bere smodato accompagnato da cibo ributtante che vorrebbe avere la pretesa di costituire una vera e propria cena in piedi.

Facciamo chiarezza: l’aperitivo è un cocktail bevuto per stimolare l’appetito e il cocktail è una miscela a base alcolica che segue regole quasi matematiche. Un terzo, un quarto, un sesto, un decimo, un cucchiaino, tre gocce, uno sprizzo o uno spruzzo. Le dosi e gli ingredienti non possono essere approssimativi. Nel caso dello Spritz ci troviamo di fronte a una miscela composta da vino bianco allungato con un bitter o un americano se non addirittura un vermouth rosso.

Oggi, nella stragrande maggioranza dei casi, come Spritz viene servito un misto di Aperol e Prosecco. Questo non è un cocktail come non lo è il bicchierone della Coca Cola riempito di Vodka e Acqua Tonica, è uno sguazzone, un mescolone per allungare e bere più facilmente maggiori quantità di alcol.

Lo Spritz così come viene bevuto adesso non è nemmeno mai esistito, era e in alcune parti d’Italia lo è ancora, un modo popolare per tracannare l’ennesimo bicchiere di pessimo vino, allungandolo, nella migliore delle ipotesi con della soda, ma molto spesso con dell’acqua gassata. Qualche golosone ci metteva due dita d’aranciata e qualche temerario una bella dose di spuma al cedro. Quando l’uomo aveva i baffi già a diciottanni non si andava molto per il sottile, i cocktail venivano serviti in pochissimi bar del centro e non tutti i baristi sapevamo fare di tutto, mentre nei bar in periferia si scolavano pinte di birra con gassosa e bianchini (bianchetti) con l’acqua gasata.

Potete quindi capirmi se io come aperitivo bevo un Americano invece dello Spritz, preferisco affidarmi ai cocktail codificati, bevuti al momento giusto e nella quantità giusta; la fine arte di miscelare i liquori si è diffusa molto, anche nelle case si possono trovare varietà di liquori e vermouth tali da consentire la preparazione dei cocktail più comuni. Nessuno, insomma, vi offrirà più un Fernet col latte per stimolare l’appetito, ma capita ancora di bere misture oscene o preparate con troppa personalità.

Americano come
1/2 vermouth rosso
1/2 bitter campari
buccia di limone
si prepara direttamente nel bicchiere grande con una spruzzata di seltz ghiacciato

Americano quando 
Nelle belle giornate di inizio aprile è l’aperitivo ideale poichè ti conferisce quella serena pacatezza tipica della sonnolenza primaverile.

Americano dove
Al bar Engel Franz Bistrot di Viareggio di Filippo Mori, fondatore del Club Negroni e proprietario del bar.

Americano evocativo
Tony Bennett & K.D. Lang
Album: A Wonderful World Composer
Gant & Leveen Label
RPM Records 2002

(testo di Jack 3 Mani, nella foto Jack 3 Mani e un americano.)

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